Trono di Mortadella (Il) (2016)
Giudizio complessivo:
Autore: Fratini Massimo
Artista:
Editore: CosplaYou
Numero giocatori: 2 - 7
Durata media: N.D.
Tipologia giocatori: N.D.
Categoria:
Meccanica:
Motore:
Grafica: N.D.
Regolamento: N.D.
Gradimento: N.D.
Fortuna: N.D.
Difficoltà: N.D.
Valutazione BGG
Voto: 6.03
Votanti: 37
Classifica: N.D.
Valutazione riviste
Ilsa: N.D.
Plato: N.D.
Spielbox: N.D.
Win Magazine: N.D.

Questo gioco non fa parte della mia collezione, ma è elencato in questo sito perché è stato comunque provato o citato in riviste e libri già inseriti

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Con un titolo così, sarebbe fin troppo facile ironizzare sul ciclo di romanzi fantasy scritti da George R. R. Martin e, soprattutto, sulla serie televisiva che così tanto successo sta riscuotendo negli ultimi anni. Facile, eppure impossibile, quantomeno per chi sta scrivendo questa recensione, perché – in qualità di cittadino modenese – vilipendere la mortadella sarebbe un reato grave quasi quanto bruciare il tricolore (che, guarda caso, è nato a Reggio Emilia).  Avvisiamo gli amici lettori che sta per aprirsi una doverosa parentesi dedicata alla mortadella, quindi chi non fosse interessato può saltare direttamente al paragrafo successivo. Tornando a noi, per chi non lo sapesse, questo nobile insaccato ha alle sue spalle una tradizione millenaria, tant’è che le prima testimonianza al riguardo viene fatta risalire all’antica Felsina etrusca, mentre la ricetta tradizionale compariva già nei trattati di cucina medievali e il mortaio – strumento imprescindibile per la sua produzione, che con ogni probabilità le ha dato anche il nome – venne aggiunto allo stemma dell’antica Corporazione dei Salaroli (gli antenati dei moderni salumieri) bolognesi nel lontano 1376. In tutti questi secoli, sono state segnalate diverse varianti, sia per le tipologie di carni utilizzate (vitello, asino e, in ultimo, pollo, anche se – almeno teoricamente – vige ancora il divieto, introdotto alla fine del Seicento dal cardinale Girolamo Farnese, di usare carni che non appartengano al maiale) che per le ricette vere e proprie (la più celebre è il cosiddetto “salame rosa”, che fa uso di tagli più magri, di una macinatura più grossolana e di una cottura più lunga). Certo è che il suo sapore inconfondibile ha conquistato il mondo intero, tant’è che è uno dei pochi prodotti italiani esportati in tutti i continenti, e fu perfino inserita come “Bologna sausage” (forse nella sua variante americana) nel menu del Titanic. Arriviamo, così, al 1998, anno in cui – proprio in risposta al suo successo internazionale e all’elevato rischio d’imitazione – le è stato conferito il marchio IGP: nonostante la successiva crisi economica, forte di questa nuova tutela e del consenso dei buongustai di tutto il pianeta, la produzione annua di mortadella ha continuato a crescere costantemente, arrivando a segnare un incremento di quasi 4 punti percentuali nel 2015; e quest’anno potrebbe superare la fatidica soglia delle 40 mila tonnellate. Storia e numeri a parte, speriamo che abbiate capito che con la mortadella non si scherza, quantomeno a Bologna e dintorni, quindi… Attenti a voi, amici di CosplaYou, perché un gioco intitolato Il Trono di Mortadella dovrà assolutamente essere all’altezza del nome che porta!

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