Thirty Years War (SPI): Lutzen (1976)
Giudizio complessivo:
Autore: Hessel Brad
Artista: Simonsen Redmond
Editore: Simulation Publications Inc. (SPI)
Numero giocatori: 2
Durata media: 180 minuti
Tipologia giocatori: Wargamers
Ambientazione: Guerra dei Trent'anni : Battaglia di Lutzen (Sassonia : 16 Novembre 1632)
Categoria: Wargame
Meccanica: Wargame a turni alternati
Scala conflitto: Operazionale
Eserciti: Svedesi
Imperiali
Periodo storico: Rinascimento
Motore: Combattimenti con lancio dado
Questo gioco fa parte di: Thirty Years War (SPI)
Componenti: Visualizza la lista dei componenti
Grafica: 7
Regolamento: 7
Gradimento: 7
Fortuna: 3
Difficoltà: 5
Valutazione BGG
Voto: 6.74
Votanti: 28
Classifica: N.D.

Descrizione

Non sono molti i wargames che trattano questa guerra dal punto di vista prettamente strategico (d’altra parte con più di 250 staterelli e regni coinvolti sarebbe quasi impossibile entrare nei dettagli) ma alcune delle battaglie più famose sono state il soggetto di varie simulazioni. Le più “antiche” (a mia conoscenza) sono quelle pubblicate nel 1976 dalla SPI con il Quadrigame THIRTY YEARS WAR, il quale conteneva quattro mappe e quattro fustelle di unità (una per battaglia), due copie del regolamento ed un doppio foglio con le istruzioni specifiche di ogni scontro.

Le “pedine” sono nel formato classico (13x13 mm), stampate in due colori (rosso e blu) con la silhouette del tipo di unità rappresentata e due valori di cui tenere conto: i Punti di Forza (PF) e la capacità di movimento (in Punti Movimento o PM). Su ogni mappa sono poi ripetute le silhouettes e i nomi di tutte le unità sui relativi esagoni di partenza: basta un poco di pazienza e prendere una alla volta le pedine di ogni schieramento per posizionarle al posto giusto.

La sequenza di gioco di è la seguente:

  1. – Il giocatore di Fase cerca di recuperare eventuali unità disorganizzate lanciando un dado (eventualmente maggiorato per la presenza di un Leader adiacente) ed ottenendo un risultato di “5” o “6”: l’unità viene rigirata sulla faccia a piena forza;
  2. – Fuoco dell’Artiglieria del giocatore attivo;
  3. – Movimento delle unità del giocatore attivo;
  4. – Risoluzione degli eventuali combattimenti;

Poi l’altro giocatore si attiva e ripete le stesse fasi: recupero, artiglieria, movimento e combattimento.  

L’artiglieria può sparare a bruciapelo, oppure a distanze crescenti ma con sempre minore possibilità di fare danni e le unità colpite sono “disordinate” e girate sul lato B (il quale mostra dei valori dimezzati). Le unità di artiglieria sono sempre immobili sul campo, ma possono cambiare schieramento se un’unità nemica vi si sovrappone: il counter viene semplicemente girato a mostrare il nuovo colore.

Il movimento delle unità in Thirty Years War è quello classico: si muovono di un esagono alla volta, con alcuni terreni che possono rallentare o impedire la marcia. I sei esagoni attorno ad una unità “integra” costituiscono la sua “Zona di Controllo” (ZOC) e obbligano eventuali unità nemiche che vi sono entrate a combattere. Un’apposita Tabella mostra i rapporti di Forze possibili (da 1:5 fino a un massimo di 6:1) e l’effetto ottenuto lanciando un dado “D6”: si va dalla Disorganizzazione (girare le unità colpite oi eliminarle se erano già disorganizzate) al “temuto” DX (tutte le unità integre diventano disorganizzate ed eventuali unità già girate vengono eliminate) fino alla eliminazione immediata.

I Leaders sono molto importanti, non solo perché possono aggiungere il loro “valore” ad un combattimento a cui partecipano, ma anche, e soprattutto, perché possono facilitare la riorganizzazione di unità in disordine aggiungendo il loro valore a quello del dado.

Le condizioni di vittoria cambiano da battaglia a battaglia, ma in generale si tiene conto delle unità eliminate o catturate e del livello di demoralizzazione raggiunto da un esercito (che è comunque funzione delle unità eliminate).

Commento

Una delle battaglie del Quadrigame è LUTZEN: poco più di un anno dopo Breitenfeld Imperiali e Svedesi si ritrovarono di fronte, sempre in Sassonia, il 16 Novembre 1632. Tutto iniziò con una scaramuccia lungo le rive del torrente Rippach che rallentò la marcia degli svedesi e permise al comandante nemico, Wallenstein, di radunare le sue truppe e far fronte all’attacco. La cavalleria delle due fazioni era equivalente, ma gli svedesi avevano una fanteria più numerosa e soprattutto il triplo dei cannoni. Lo scontro fu molto sanguinoso (un terzo dei soldati di entrambi gli eserciti fu ucciso o ferito) ma proprio qui la Svezia perse il suo Re, ferito durante una carica e poi crivellato di colpi dai picchieri imperiali: la notizia fece raddoppiare l’impeto agli svedesi che alla fine costrinsero il nemico a ritirarsi. Una costosa … vittoria di Pirro.

In generale le battaglie scelte per THIRTY YEARS WAR sono abbastanza equilibrate, con uno dei due “campi” in superiorità numerica e l’altro con un vantaggio in difesa: dopo un paio di partite di prova i giocatori possono veramente divertirsi a provare nuove tattiche o a sfruttare le caratteristiche del loro esercito.  

Grande importanza viene data all’artiglieria per “ammorbidire” le postazioni difensive del nemico: essa non può eliminare il suo bersaglio ma può disordinarlo, riducendo così del 50% la sua “Forza”, e poiché movimenti ed attacchi avvengono DOPO i bombardamenti spesso si creano uno o due punti deboli nello schieramento nemico dove mandare le unità più forti per cercare di sfondare.

Da notare infine che le unità “rovesciate” non hanno più ZOC e quindi il nemico non è obbligato ad attaccarle: e questo, sapendo che solitamente i due eserciti sono schierati con tutte le unità fianco a fianco, permette di concentrarsi su unità più deboli ed impedire che i leaders possano recuperare quelle disordinate (per farlo esse non devono essere a contatto col nemico)  

Un gioco ancor oggi molto divertente, rapido e con poche complicazioni nelle regole

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Poco più di un anno dopo Breitenfeld Imperiali e Svedesi si ritrovarono di fronte, sempre in Sassonia: Re Gustavo Adolfo era ancora alla guida dei Protestanti, ma dall’altra parte il comando era passato ad Albrecht von Wallenstein il quale, ritenendo che ormai la stagione fosse troppo incerta per una campagna militare, aveva diviso il suo esercito a protezione di alcune grandi città, preparandosi agli acquartieramenti invernali. Gustavo, informato dalle sue spie, decise di cogliere l’occasione al volo e si precipitò contro il suo avversario.

Il 16 Novembre 1632 iniziò la battaglia di Lutzen, ma una scaramuccia lungo le rive del torrente Rippach rallentò la marcia degli svedesi e permise a Wallentein di radunare le sue truppe e far fronte al nemico. La cavalleria delle due fazioni era equivalente, ma gli svedesi avevano una fanteria più numerosa e soprattutto il triplo dei cannoni. Lo scontro fu molto sanguinoso (un terzo dei soldati di entrambi gli eserciti fu ucciso o ferito) ma sfortunatamente la Svezia perse il suo Re, ferito durante una carica e poi crivellato di colpi dai picchieri imperiali: la notizia invece di demoralizzare le truppe svedesi fece raddoppiare il loro impeto e alla fine costrinsero il nemico a ritirarsi.

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