Thebes (2007)
Giudizio complessivo:
Autore: Prinz Peter
Artista: Menzel Michael
Editore: Queen Games
Numero giocatori: 2 - 4
Durata media: 60 minuti
Tipologia giocatori: Da 8 anni
Ambientazione: Ricerche archeologiche nel Mediterraneo
Categoria: Esplorazione
Percorso
Meccanica: Combinazioni-Allineamenti
Deck Building
Motore: Combinazione di Carte
Nomi alternativi: Jenseits von Theben
Componenti: Visualizza la lista dei componenti
Grafica: 7
Regolamento: 6
Gradimento: 6
Fortuna: 4
Difficoltà: 3
Valutazione BGG
Voto: 7.13
Votanti: 10.035
Classifica: #694
Valutazione riviste
Ilsa: N.D.
Plato: N.D.
Spielbox: N.D.
Win Magazine: N.D.

Descrizione

Chi ha una passione per le ricerche archeologiche potrà levarsi qualche “voglia” con THEBES, il cui tabellone ci presenta l’Europa e l’area Mediterranea, con sei grandi città sedi di “Mostre” (Londra, Parigi, Roma, Berlino, Vienna e Mosca) e cinque importanti siti archeologici (Grecia, Creta, Egitto, Palestina e Mesopotamia). Resta infine la città di Varsavia che ha un ruolo diverso (permette a chi ci si trova di scambiare le carte offerte).  

Tutti questi luoghi sono collegati fra loro da strade più o meno lunghe ed i giocatori piazzano un loro segnalino “Archeologo” su Varsavia all’inizio della partita: il tabellone viene completato con quattro carte “Ricerca” estratte a caso da un apposito mazzo. Su ogni carta è indicato il nome di una delle grandi città della mappa e, sotto un accattivante disegno, mostra una o più icone: libri colorati, libri aperti (jolly), abitanti del sito archeologico (con il colore di quel luogo), assistenti, permessi di scavo, ecc.  

Al suo turno ogni giocatore sceglie una delle quattro carte esposte e si reca nella città indicata per impossessarsi di quanto è stampato sulla carta: si muoverà di un certo numero di caselle, spendendo “una settimana di tempo” per ogni tratto percorso, e può acquisire la carta spendendo il “tempo” stampato su di essa (da 1 a 6 unità). Ed è proprio il tempo a scandire il ritmo di questo gioco: il tabellone infatti comprende una pista di 52 caselle (settimane) e dopo tre giri (anni) la partita finisce.  

Quando si sono accumulati abbastanza “punti” (libri, abitanti, assistenti, ecc.) si può andare su un sito archeologico e spenderli per “scavare” alla ricerca di importanti reperti: in pratica si prende un sacchetto di stoffa del colore del sito scelto e si pesca alla cieca un numero di gettoni che viene calcolato in base al totale dei punti usati e al tempo richiesto (in settimane) per la ricerca. Ogni sacchetto contiene 31 gettoni, 15 dei quali sono dei veri “reperti” e danno da 1 a 6 Punti Vittoria (PV), mentre gli altri sono solo inutili manciate di … terra e, dopo la ricerca vanno rimessi nel sacchetto. Quando il tempo (in anni) scade la partita si chiude e si calcolano i PV ottenuti con i reperti pescati dai sacchetti e le carte utilizzate. Chi ottiene il totale più alto vince.

Commento

La cosa più “emozionante” di THEBES è ovviamente la ricerca dei reperti: come abbiamo già visto, prima di andare in un luogo archeologico è bene accumulare un numero di “punti” sufficiente a garantirci la “pesca” almeno 5-6 gettoni: per calcolare quanto tempo utilizzare per arrivare a quel numero si utilizza una ruota girevole con un cursore da posizionare sulla colonna corrispondente ai punti spesi: basta allora guardare nella lista sottostante quante settimane servono per estrarre il numero di gettoni desiderati e spostare naturalmente il marcatempo di un pari numero di caselle sul tracciato del tabellone.

All’inizio della partita tutti i siti (sacchetti) contengono circa il 50% dei gettoni “reperto” disponibili, ma nelle successive ricerche la possibilità di pescare solo della “terra” aumentano in proporzione ai reperti già ottenuti. Quindi conviene cercare di vistare siti ancora vergini o che hanno subito una sola, visita, e per farlo è necessario accaparrarsi le carte con i libri o gli abitanti del colore giusto.

Da notare che il turno di gioco non è fisso: muove sempre chi ha il marcatempo più indietro sul tracciato delle settimane: se si è rimasti un po’ indietro rispetto agli altri è quindi possibile, spendendo ogni volta poco tempo, effettuare anche 2-3 azioni. Per un motivo analogo è dunque bene non esagerare neppure con le settimane di scavo nei siti archeologici, altrimenti si rischia di avanzare troppo col marcatempo e dare agli altri buone opportunità.

L’altro modo di fare PV è quello di esibire i propri “reperti” nelle mostre: ce ne sono ben 10 durante la partita: si tratta di carte che vengono mescolate al mazzo e che appaiono ogni tanto nel display del tabellone e tutte mostrano una certa “combinazione” di reperti (colori e numero). Chi per primo riesce ad accumulare i reperti richiesti e ad arrivare nella città indicata dalla carta con la “Mostra” la incamera e farà un certo numero di PV a fine partita.

Un gioco “intrigante”, inizialmente, ma che poi diventa un po’ ripetitivo, oltre al fatto che la Dea bendata può avere una certa influenza, sia nella disponibilità delle carte che nella “pesca” dei reperti: ottimo comunque per partite in famiglia, dove nessuno penserà a programmare troppo il gioco.

Articoli su riviste:

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