TAILS ON FIRE è un gioco di carte dove i partecipanti prendono il posto di un gruppo Opossum e cercano di rubare il fuoco ad un Iguana utilizzando le loro code (tails… appunto): a parte questa più che fantasiosa ambientazione, si tratta in realtà di un gioco di prese con un pizzico di “rubamazzo”.

A inizio partita si mette al centro un mazzo di carte “Iguana” (con valore variabile da 2 a 4 punti, rappresentati da fiammelle) e si gira la prima carta: tutte le carte Iguana, al centro, hanno numero variabile da 1 a 9.

I giocatori ricevono un set di 12 carte “Opossum” del colore scelto: nove di esse sono numerate (1-9), una porta la scritta “+1” (una specie di Jolly), un’altra rappresenta la tana e l’ultima mostra un falò (del valore di 1 punto) con tutti gli animaletti attorno a scaldarsi. I partecipanti mettono il falò sul tavolo e gli posano sopra una carta “Opossum” a scelta dal loro mazzetto (escluso il “+1”) e ne prendono altre tre in mano (sempre scegliendole dal loro mazzetto in base al numero della carta Iguana in mezzo al tavolo).

Il primo di mano posa in tavola una carta di valore uguale a quello dell’Iguana e gli altri, a seguire, devono giocare una carta “Opossum” che abbia un valore esattamente superiore di uno all’ultima messa in tavola. Se uno non può (o non vuole) farlo può giocare la carta “+1” che aumenta di uno il valore dell’ultima giocata, oppure passa.

Se tutti “passano” e la mano torna al giocatore che ha posato la carta in cima alla pila, quest’ultimo vince e prende la carta Iguana, mettendoci sopra la carta vincente: poi può rubare il falò di un avversario che ha sopra una carta dello stesso valore di quella vincente.

Quando finiscono le carte Iguana la partita termina e chi ha più “fiammelle” (punti vittoria) vince.

Giocare a TAILS ON FIRE non è così immediato come lascerebbero pensare la dotazione di carte e le regole molto (troppo) stringate. I partecipanti devono usare una certa malizia durante la partita perché se è vero che non è mai obbligatorio giocare una carta al proprio turno, proprio questa decisione (e la scelta iniziale delle carte per il round) sono il cuore del gioco.

Spesso “aprire” (giocando una carta di valore uguale a quella Iguana) non è la mossa più utile e conviene lasciare che sia qualcun altro a farlo e consumi una preziosa carta, permettendoci di intervenire nel giro successivo (chi “passa” può rientrare sempre in gioco se la partita procede) se avevamo previsto questa mossa e scelto le carte giuste.

Normalmente i giocatori, sapendo chi sarà il primo di mano, scelgono dai loro mazzi carte che vadano in sequenza: se, per esempio, l’iguana vale “6” il primo giocatore dovrebbe prendere in mano il suo “6”, il secondo potrebbe scegliere il “7”, il terzo l’8, ecc. Ma se il primo giocatore non posa un “6” tutta la sequenza potrebbe saltare e chi non ha previsto una … seconda possibilità viene tagliato fuori.

La carta più forte del mazzo è il “+1” perché può essere posata su qualsiasi valore aumentandolo di 1 punto e spesso è decisiva perché è vietato mettere un “+1” su un altro appena giocato. Però è anche la più vulnerabile perché dopo averla usata verrà messa sopra il falò appena conquistato e il prossimo “+1” vincente ruberà la nostra carta iguana.