Potremmo considerare ROAM un gioco astratto, anche se l’autore lo ha ambientato nelle terre “Arziane” (le stesse di Above and Below, Near and Far, Now or Never, ecc.): in questo “tomo” della saga dobbiamo preparare il tabellone utilizzando sei carte “Territorio/Personaggio” che hanno da un lato un luogo (diviso in 6 quadretti) e dal lato opposto un personaggio (con i suoi bonus).

I partecipanti ricevono 3 carte “Personaggio Iniziale” e 24 blocchetti di legno del colore scelto: definito il Primo Giocatore, la partita può iniziare posando una carta in tavola e piazzando sul “tabellone” un certo numero di blocchetti colorati secondo la disposizione indicata sulla carta stessa: se una o più caselle coperte mostrano una moneta il giocatore la incassa immediatamente. La carta usata deve però essere rovesciata, ad indicare che non potrà più essere utilizzata fino a che non avremo giocato tutte le carte disponibili.

Quando una delle carte del tabellone è riempita completamente (un blocchetto su ognuna delle 6 caselle) viene assegnata a chi ha la maggioranza e sostituita da un’altra del mazzo: il giocatore prende la carta guadagnata, la gira e la mette davanti a sé insieme alle altre. Da quel momento ha a sua disposizione il nuovo personaggio e le sue capacità di piazzamento, mentre gli avversari recuperano i loro blocchetti e una moneta. Le monete servono a due cose:

1. pagando due monete si può aggiungere un blocchetto al tabellone, nelle caselle “tratteggiate” indicate sul personaggio utilizzato;
2. pagando “X” monete si possono acquistare delle tessere “Artefatto”, ognuna delle quali non solo vale un certo numero di PV a fine partita ma consente azioni speciali durante il gioco.

La partita finisce quando un giocatore acquisisce il suo DECIMO personaggio: si completa il turno in corso e poi si calcola il punteggio, assegnando la vittoria a chi ottiene il totale più alto: in caso di pareggio la vittoria va a chi ha più monete nella sua riserva.

La chiave dei ROAM sta nell’uso più appropriato e tempestivo delle carte, e quindi anche nella ricerca di quelle più interessanti: ricordando che le carte usate non possono essere più riutilizzate finché TUTTE non sono girate è chiaro che, dopo alcuni turni, i partecipanti si ritrovano ad avere 4-5-6 carte e quindi il recupero si fa via via più lento.

Ogni carta, escludendo le tre iniziali, assegna un certo numero di PV, quindi prima di posare i propri blocchetti è bene considerare bene il valore delle carte esposte e poi agire di conseguenza.

Inoltre è fondamentale verificare la posizione delle monete sulla griglia del tabellone (ci sono 6 quadretti per ogni carta) per riuscire coprire il maggior numero di quelle caselle e crearsi così un “tesoretto” con cui acquistate gli artefatti, alcuni dei quali sono davvero interessanti (ma costano cari!).

Seconda caratteristica da studiare, prima di iniziare la caccia, è la disposizione dei cubetti che essa permetterà una volta ottenuta: alcune disposizioni infatti sono davvero complicate e molto spesso sarà difficile inserire abbastanza blocchetti, visto che non si possono posare nelle caselle già occupate, a meno che non si posseggano certi tipi di artefatto che permettono di sostituire i propri pezzi a quelli degli avversari.

Il gioco è veloce, molto interattivo e divertente. Consigliato.