Trovi una descrizione più approfondita su balenaludens.it
J.K.F. Rosenkranz è un filosofo tedesco, allievo di Hegel, della prima metà dell’Ottocento, il quale dedicò buona parte dei suoi lavori allo studio dell’estetica. In particolare, arrivò a teorizzare un cosiddetto “riscatto del brutto”, che può avvenire solo attraverso il “comico” – concepito come trasfigurazione di tutto ciò che è negativo – e ha la sua massima espressione nella “caricatura”. Questa introduzione filosofeggiante ci serve per rispondere a quanti staranno già pensando che siamo letteralmente impazziti se abbiamo deciso di recensire un gioco totalmente fuori dagli schemi – e, soprattutto, dai nostri schemi di balene – come Munchkin. Stiamo parlando di un titolo che da sempre fa discutere i roleplayer, perché sono il principale bersaglio del suo intento satirico, e i gamer, perché ha un regolamento sfiziosamente imperfetto e dalle meccaniche tutt’altro che raffinate, ma di un’efficacia più unica che rara. Ovviamente non potevamo recensire uno qualunque dei Munchkin finora pubblicati in Italia da Raven, così la nostra scelta è ricaduta sulla declinazione lovecraftiana della serie: Munchkin Cthulhu. Forse che il nostro senno se ne sia andato proprio a causa dell’incontro con un Grande Antico?
Continua a leggere su balenaludens.it