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“L’esorcista” ha rappresentato in maniera perfetta la visione del mondo -impegnata e complessa- degli anni ’70, ma nel decennio successivo l’occidente ha virato verso un modo di vivere più leggero, più consumista e più spensierato. Così i film horror si sono adeguati ai tempi. Dovevano fare ancora paura, ma senza prendersi troppo sul serio: tutto doveva essere esagerato, e da qui sono nati gli “splatter”, con sangue a litri e materia cerebrale che schizza ovunque, e gli “slasher”, poco più che filmetti da teenager, con protagonisti -appunto- adolescenti tanto scemi da voler entrare nella “tana” del serial killer di turno. Grazie al successo di cassetta, questi film sono ancora oggi identificati come un vero e proprio filone cinematografico (gli “horror anni ’80”), identificato da una triade di personaggi tanto famosi per quanto poco raccomandabili: Freddy Kruger, Ash Williams e Jason Voorhees.
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