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Una delle prime informazioni che tutti apprendiamo quando iniziamo a studiare la storia e, in particolare, la storia del cosiddetto “mondo classico” è che l’Antica Grecia rappresentò uno dei primi esempi di stato federale: la suddivisione in “polis” garantiva, infatti, grandi autonomie per l’epoca e rappresentava un’elegante soluzione per controllare -quantomeno entro limiti accettabili- le rivalità e le divisioni interne. Basti pensare alla bilogia cinematografica di “300”, in cui i greci di volta in volta devono stringere alleanze più o meno solide per fronteggiare gli attacchi dei persiani, ma finisce sempre che emergono secondi fini e accordi segreti che complicano la situazione. Togliete i persiani da questo contesto e avrete ottenuto l’ambientazione di Hexemonia, titolo pubblicato in Italia da Pendragon Game Studio, in cui i giocatori devono gestire e, soprattutto, ampliare da 2 a 4 polis greche, accattivandosi i favori di diverse divinità e attaccando gli avversari per ottenere i “quartieri” migliori, perché “panta rhei os potamòs”: tutto scorre (di mano in mano) come un fiume (se l’attaccante ha fatto bene i suoi calcoli).
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