Autore: |
Bagiartakis Vangelis ![]() |
Artista: |
Bobrowski Grzegorz ![]() Jedruszek Tomasz ![]() Robinson Naomi ![]() |
Editore: |
Artipia Games ![]() Ghenos Games ![]() |
Numero giocatori: | 2 - 4 |
Durata media: | 60 minuti |
Tipologia giocatori: | Da 12 anni |
Ambientazione: | Gestire ed ampliare un'azienda agricola |
Categoria: |
Sviluppo-Ampliamento
Carte Speciali |
Meccanica: |
Combinazioni-Allineamenti
Scambio risorse |
Motore: |
Uso di risorse varie, segnalini, pezzi speciali
Combinazione di Carte |
Componenti: | Visualizza la lista dei componenti |
Grafica: | 7 |
Regolamento: | 7 |
Gradimento: | 6 |
Fortuna: | 3 |
Difficoltà: | 3 |
Valutazione BGG | |
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Voto: | 7.13 |
Votanti: | 3.917 |
Classifica: | #1155 |
Valutazione riviste | |
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Ilsa: | N.D. |
Plato: | N.D. |
Spielbox: | N.D. |
Win Magazine: | N.D. |
FIELDS OF GREEN è, in pratica, un gioco di carte e di combinazioni fra vari tipi di terreni, colture, allevamenti ed edifici per ottenere soldi e Punti Vittoria (PV). Non esiste un tabellone ed all’inizio della partita vengono preparati sei mazzetti di carte: quattro coperti (campi, bestiame, costruzioni ed edifici) e due scoperti (serbatoi d’acqua e silos). I giocatori ricevono inizialmente un serbatoio (con 3 segnalini “acqua”) ed un silo (con 1 segnalino “grano” e tre altri spazi vuoti) oltre a 15 monete e due carte riassuntive.
All’inizio di ogni turno tutti pescano SEI carte a scelta dai quattro mazzi coperti ed in qualsiasi combinazione: le regole comunque danno dei consigli su quale sia la combinazione più giusta per ogni turno, ma i giocatori non sono tenuti a seguire questi consigli e possono fare la scelta che sembra loro più opportuna. Con l’esclusione del primo turno (quando le risorse sono già state assegnate) tutti ricevono anche 1 grano, 2 acqua e 3 monete.
Si procede in seguito, a “giro”, con la fase delle azioni:
Quando tutte e sei le carte sono state usate si passa alla fase di raccolto: i giocatori sfruttano le carte della loro fattoria per produrre risorse e/o PV, poi le risorse servono per nutrire gli animali e venderli per ottenere monete. È in questa fase che entrano in ballo le varie “relazioni” fra le carte, del tipo: “Ricevi X monete se hai campo YYY a distanza 2-3”; “Se sei adiacente alla carta X ricevi Y monete supplementari”; ecc.
La partita dura quattro turni (anni) ed al termine si effettua il conteggio finale: oltre ai PV collezionati durante il gioco si aggiungono quelli stampati sulle carte acquisite e quelli che derivano dagli obiettivi indicati sulle carte Edificio (viola). Si arrotonda poi tutto aggiungendo 1 PV ogni 3 monete ancora nella propria riserva, i PV di apposite tessere “Equipaggiamento” guadagnate, ecc. Chi raggiunge il totale più alto sarà dichiarato vincitore ed avrà diritto a fare 10 giri del tavolo con il suo trattore.
I materiali di FIELDS OF GREEN (carte, segnalini e tessere) sono tutti molto belli da guardare: i disegni dei campi, del bestiame, delle strutture e degli edifici sono tanti piccoli dipinti in miniatura ed aiutano ad entrare nell’ambientazione. Il regolamento poi è molto chiaro, areato, pieno di disegni esplicativi e con un dettagliato esempio di partita giocata.
All’inizio è necessario scegliere bene i primi “luoghi” e piazzarli nel posto giusto ed alla distanza consigliata: per esempio, se ad un campo serve acqua per il raccolto bisogna metterla a due spazi di distanza da un serbatoio d’acqua, altrimenti non potrà essere attivata; se nelle indicazioni è scritto che si ricevono monete extra quando ci sono certi tipi di carte ad una data distanza è consigliabile farlo, soprattutto nei primi due turni, quando servirà guadagnare il maggior numero di monete possibile per potere acquistare altre cose nel turno successivo.
Rimanere senza soldi è quasi normale, nel primo turno, ma se sono stati investiti correttamente nel secondo si sarà forse un pochino più limitati nei nuovi acquisti ma alla fine si recupererà un buon gruzzoletto: nel terzo turno invece bisogna avere accumulato abbastanza soldi perché le carte “viola” (gli Edifici) sono abbastanza costosi e nell’ultimo turno conviene metterne giù il maggior numero possibile se si vogliono fare tanti PV.
Non esitate a buttare una carta nei primi due turni per costruire un serbatoio supplementare da piazzare in maniera strategica in modo da avere tutti i campi sotto controllo: i serbatoi arrivano sempre pieni (3 segnalini acqua) ma poi sarà bene posare anche carte che nei turni successivi diano un po’ d’acqua in più perché con sole due “gocce” a turno si va poco lontano.
La maggior parte dei “raccolti” necessita di grano, quindi è praticamente obbligatorio acquistare un secondo silo nel primo o nel secondo turno in modo da poter mettere in stock il maggior numero di segnalini grano prodotti (ogni silo può contenerne quattro), visto che ne serviranno sempre di più per nutrire gli animali e far si che si possano vendere (incassando monete). Ogni carta non soddisfatta viene inoltre girata sul dorso e non potrà contribuire ai nostri guadagni.
Come si vede tutte le azioni sono concatenate e siccome i giocatori hanno libertà assoluta nelle priorità con cui scegliere le carte del raccolto occorre usare per prime le risorse più abbondanti per eseguire certe azioni (incassando denaro) e nel contempo liberare posti nei silos (o nei serbatoi) da riempire subito dopo con altre azioni, in modo da potere usare in seguito queste nuove risorse per … continuate pure voi a piacere!
Oggi vi parliamo di Fields of Green, Artipia Games, pubblicato in Italia da Ghenos Games; si tratta di un gioco di draft e piazzamento tessere per due-quattro giocatori, che riprende da vicino un gioco piuttosto noto dello stesso autore (Vangelis Bagiartakis), Among the Stars, rielaborandone e raffinandone la meccanica. Anche il tema ha subito una svolta drastica, passando dallo spazio profondo alla bucolica gestione di una moderna fattoria. L’idea è piaciuta, visto che è stata promossa a pieni voti su Kickstarter dopo aver raccolto 7 volte la cifra richiesta… A prima vista i due giochi sono in realtà molto simili, e quanti possedessero già Among the Stars non potranno esimersi dal dubbio che si tratti di un “clone”. Sarà proprio così? Non ci resta che scoprirlo insieme.
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