Autore: |
Public Domain
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Artista: | |
Editore: |
Surco
Faber |
Numero giocatori: | 2 - 4 |
Durata media: | 60 minuti |
Tipologia giocatori: | Da 6 anni |
Ambientazione: | Biliardo con dischetti di legno da "ciccare" |
Categoria: |
Abilità-Destrezza
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Meccanica: |
Colpo d'occhio
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Motore: |
Abilità manuale
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Componenti: | Visualizza la lista dei componenti |
Grafica: | 8 |
Regolamento: | 7 |
Gradimento: | 7 |
Fortuna: | 0 |
Difficoltà: | 3 |
Valutazione BGG | |
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Voto: | 7.09 |
Votanti: | 1.909 |
Classifica: | #1906 |
Valutazione riviste | |
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Ilsa: | A |
Plato: | N.D. |
Spielbox: | N.D. |
Win Magazine: | N.D. |
Il CARROM è di origine indiana ed è considerato un gioco “nazionale”, un po’ come da noi il biliardo, e si organizzano tornei di alto livello e con grossi premi anche in denaro per i migliori. Si utilizza un grande tavoliere quadrato con quattro “buche” agli angoli ed un’area centrale (divisa in quattro settori) con un cerchio nel mezzo.
In torneo le regole sono molto severe: durante la partita è severamente vietato alzarsi dalla propria sedia oppure spostarla o spostare il tavoliere. È invece permesso sbracciarsi come si può ed assumere a volte posizioni “strane” restando però sempre con una parte del proprio “posteriore” ben appoggiata alla sedia. Inoltre lo striker deve essere sempre colpito con un “cicchetto” delle dita e mai “accompagnato o spinto”. In altre parole il colpo deve essere secco. Non ci si può mai appoggiare al tavolo o toccare la superficie con un vestito. Ogni trasgressione viene punita togliendo una delle proprie pedine e consegnandola all’avversario.
I giocatori piazzano 9 pedine per uno all’interno del cerchio centrale e secondo uno schema obbligatorio, poi prendono una pedina più grande (chiamata “striker”) e la posano su un’area di “lancio” ben delimitata per tirarla poi verso le pedine al centro.
Dopo che il primo giocatore ha usato lo striker per disperdere le pedine del cerchio centrale inizia la partita vera e propria: il giocatore continua a tirare il suo striker, colpendo le sue pedine (o la regina) e cercando di mandarle dentro una delle quattro buche. Finché ci riesce il turno è sempre il suo, ma appena sbaglia una buca il turno passa all’avversario, il quale procederà nello stesso modo cercando però di mandare in buca le sue pedine (o la regina).
La partita si svolge in più rounds (chiamati “boards”) ed ognuno di essi finisce quando tutte le pedine di un giocatore sono state mandate in buca: in tal caso chi chiude guadagna 1 punto per ogni pedina dell’avversario rimasta sul tavoliere (e 3 punti se ha imbucato la regina).
Vince chi arriva per primo a 25 punti oppure chi ha più punti vittoria al termine dell’ottavo turno (board).
Il CARROM non è un gioco facile o di puro divertimento, ed infatti serve un allenamento prolungato per riuscire a praticarlo in maniera seria. In teoria assomiglia molto al biliardo a stecca, visto che anche lì esiste una palla da spingere per colpire le altre e mandarle in buca in successione, ma nel nostro caso la stecca è sostituita dalle dita della mano mentre la palla è costituita invece da un disco di legno, quindi non è facile dare sempre la direzione giusta allo striker in modo che colpisca le pedine con l’angolo perfetto per mandarle in buca.
Inoltre per sapere “dosare” la forza del tiro è davvero necessario averlo provato decine e decine di volte e da tutte le direzioni perché qui non è come nel biliardo: non ci si può alzare per tirare lo striker da una posizione più comoda e non si può toccare in alcun modo il tavoliere se non con le dita usate per il tiro.
Una volta imparato il modo per dare la giusta forza al tiro interviene la … geometria: bisogna infatti avere l’occhio allenato per capire con che angolo lo striker deve colpire una pedina per cercare di mandarla direttamente in buca, oppure come fare a colpire più pedine perché l’ultima vada effettivamente in buca.
Non dimentichiamo infine che dopo un tiro “sbagliato” tocca al nostro avversario continuare il gioco, per cui dobbiamo sempre cercare di non lasciare alcune delle sue pedine in posizioni facili da colpire e da mandare in buca. Ricordiamo di nuovo che nei tornei (anche in Italia, sotto l’egida della Federazione Italiana Carrom) le regole sono severissime ed ogni trasgressione viene punita eliminando una pedina (scelta dall’avversario) per cui spesso si favorisce enormemente il nostro opponente.
Il gioco, fatta un po’ di pratica, è davvero divertente e costringe i giocatori a mantenere per tutta la partita una grande concentrazione, oltre ad avere sempre un buon “colpo d’occhio”. Tutti coloro che non sanno “ciccare” con le dita sono avvisati … per loro meglio astenersi.
Rivista | Numero | Anno | Titolo articolo | Pagina | Autore | Tipo articolo |
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ILSA Magazine | 18 | 2012 | Sotto la lente | 16 | Cambiaghi Fabio | Recensione dettagliata |
Per Gioco | Anno 3-12 | 1982 | Scatole aperte | 59 | Recensione breve | |
GiocAreA | 02 | 1998 | Giochi dal Mondo | 27 | Sidoti Beniamino | Recensione |
Plato | 12.5 | 2007 | Le billard indien | 18 | Cadot Pascal | Recensione dettagliata |