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Nella fantascienza classica, da Ray Bradbury a Philip K. Dick, Marte viene spesso ritratto come un luogo di frontiera, colonizzato da terrestri senza scrupoli a spese di ignari indigeni alieni, in cui la legge viene piegata agli interessi personali e strumentalizzata dal più forte di turno. E, a ben guardare, anche il paesaggio sembra ricordare le vaste e desolate pianure ad est delle Rocky Mountains, contraddistinte da terreni di colore rossiccio, penuria di corsi d’acqua e speroni rocciosi che si ergono minacciosi di tanto in tanto.
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