Auteur: |
Pfister Alexander
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Illustrateur: |
Klemens Franz
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Editeur: |
Austrian Spiele Museum
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Nombre de joueurs: | 2 - 4 |
Durée moyenne: | 45 minutes |
Public: | Da 10 anni |
Milieu: | Produzione di attrezzature e merci |
Genre: |
Cartes
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Mécanique: |
Combinaisons-Alignements
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Moteur: |
Cartes
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Expansions: |
Royal Goods: Longsdale in Revolt
Oh my Goods: Escape to Canyon Brook |
Titres alternatifs: |
Oh my Goods!
Le mie Merci ! |
Composants: | Voir les composants |
Graphique: | 7 |
Règles: | 7 |
Agrément: | 7 |
Hazard: | 4 |
Complexité: | 3 |
Evaluation BGG: | |
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Voto: | 7 |
Votes: | 13.010 |
Classement: | #776 |
Evaluation sur Magazines | |
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Ilsa: | N.D. |
Plato: | N.D. |
Spielbox: | N.D. |
Win Magazine: | N.D. |
ROYAL GOODS (oppure OH MY GOODS secondo il titolo originale) è un gioco di carte abbastanza semplice che ci mette nei panni di un commerciante che deve procurarsi le materie prime e la manodopera necessari a produrre merci di vario tipo.
Tutti i giocatori partono con un lavoratore ed una fabbrica di carbone: ogni fabbrica ha bisogno di essere alimentata con 1 o più unità di base (uguali per tutti) ed altre unità di materiali diversi: argilla, minerale, grano, cotone, ecc. in modo da produrre 1 o 2 unità di prodotto finito (rappresentate da carte voltate a faccia in giù sopra la fabbrica).
Si parte tutti con 7 carte già posate sulla fabbrica di carbone e 5 carte in mano: ognuna di esse rappresenta un luogo del villaggio e contiene le seguenti indicazioni:
Alcune carte hanno anche una piccola icona rappresentante un "sole nascente". La prima fase di ogni turno consiste nello scoprire "X" carte del mazzo a costituire la riserva comune al centro del tavolo. X dipende dalla "sorte" perché il mazziere gira carte sul tavolo finché non appaiono due icone del sole nascente.
A questo punto ogni giocatore, dopo aver preso nota delle materie prime disponibili sulle carte appena scoperte, decide come piazzare il suo lavoratore sotto una delle sue fabbriche: lato piena forza (che garantisce DUE produzioni) o lato a forza ridotta (per risparmiare una risorsa, ma facendo una sola produzione).
Il mazziere procede ad una seconda esposizione di carte (con le stesse regole) e, a questo punto, i giocatori utilizzano le materie prime disponibili per produrre le loro merci. Da notare che le materie prime non vengono "consumate" e possono dunque essere usate da tutti e per diverse produzioni.
Ogni carta prodotta ha un valore in monete (che dipende dal tipo di fabbrica: il carbone, per esempio, vale 1 moneta, ecc.) ed in questa fase è possibile costruire nuovi edifici pagando il prezzo indicato sulla carta.
È anche possibile rinunciare a costruire edifici per assumere altri assistenti per cercare di aumentare la produzione. La partita termina quando un giocatore costruisce il suo ottavo edificio. A questo punto si contano i PV accumulati e chi ne ha di più vince.
ROYAL GOODS un gioco simpatico, non troppo complesso e con una grafica piacevole. In base alla prima distribuzione di carte ed ai "soldi" che hanno già a disposizione i giocatori decidono dove piazzare la loro carta "lavoratori" e come piazzarla:
In questa fase si decide anche se costruire un nuovo edificio o assumere un nuovo assistente, purché si abbiano i requisiti necessari: ogni assistente infatti ha una combinazione di carte colorate da rispettare e può essere assunto solo se il giocatore ha già in campo quel numero di edifici.
La seconda distribuzione di carte naturalmente aumenta il numero di materie prime disponibili e quindi la possibilità di far funzionare le proprie fabbriche. Nel caso sfortunato in cui non siano apparse tutte le MP necessarie il giocatore può integrarle con carte giocate dalla propria mano (se ne pescano due ad ogni turno).
Una partita a Royal Good dura al massimo una mezzoretta e quindi è il gioco ideale per attendere l'ultimo ritardatario nelle serate al club oppure per passare un po' di tempo in famiglia.
Oh my goods! (Oh le mie merci!) è un gioco “economico”, secondo ogni significato che questo aggettivo assume:
Il dorso delle carte viene utilizzato per rappresentare le “merci prodotte”. Si evita, così, di aggiungere alla confezione eventuali “segnalini” e si aumenta perfino la rigiocabilità: le carte, se rimangono inutilizzate perché “stivate come merci”, non entrano nel rapidissimo turnover del mazzo (rimescolato diverse volte durante la partita).
A suivre sur balenaludens.itMagazine | Numéro | Année | Titre | Page | Auteur | Genre |
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Spielbox | 2016/2 | 2016 | in a Pinch, sloppy work will do | 30 | Ruschitzka Edwin | Recensione dettagliata |
ILSA Magazine | 39 | 2016 | Prime Impressioni | 28 | Di Marco Mauro | Recensione breve |
WIN The Game Journal | 500 | 2016 | Also known as "Oh my Goods!" | 8 | Cremona Pietro (A lire) | Recensione dettagliata |