Auteur: |
Du Poel Jean ![]() |
Illustrateur: |
Du Poel Jean ![]() |
Editeur: |
Ferti ![]() |
Nombre de joueurs: | 2 - 8 |
Durée moyenne: | 30 minutes |
Public: | Da 6 anni |
Milieu: | Corse di auto in punta di dito |
Genre: |
Habilité-Dexterité
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Mécanique: |
Coup d'oeil
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Moteur: |
Habilité manuelle-Dextérité
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Expansions: |
PitchCar: Extension-1 (Speed Jump)
PitchCar: Extension-2 (More Speed) PitchCar: Extension-3 (Long Straights) PitchCar: Extension-4 (Stunt Race) PitchCar: Extension-5 (The Cross) PitchCar: Extension-6 (No Limit) PitchCar: Extension-7 (The Loop) PitchCar: Extension-8 (The Upsilon) PitchCar: Extension-9 (The Adapter) |
Composants: | Voir les composants |
Graphique: | 8 |
Règles: | 6 |
Agrément: | 7 |
Hazard: | 0 |
Complexité: | 2 |
Evaluation BGG: | |
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Voto: | 0 |
Votes: | 0 |
Classement: | N.D. |
Evaluation sur Magazines | |
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Ilsa: | B |
Plato: | C |
Spielbox: | N.D. |
Win Magazine: | N.D. |
PITCH CAR, ovvero la Formula 1 in punta di dito! Più che di un semplice gioco si tratta di un vero e proprio "sistema" componibile, formato da diverse sezioni di legno con le due estremità ad incastro e con le quali si possono creare circuiti a piacere.
I lettori meno "giovani" ricorderanno sicuramente le lunghe partite in cortile con una pista tracciata sul marciapiede con il gesso ed i coperchietti delle bibite come corridori, oppure le piste di sabbia al mare e le palline di plastica colorata con l'immagine dei campioni dell'epoca al loro interno.
PITCH CAR ha ripreso esattamente lo stesso concetto e, copiando il sistema meccanico degli incastri usato nelle piste elettriche, ha utilizzato delle tavole di legno di circa 10 mm di spessore sagomandole opportunamente e coprendo la superficie con una plastica leggermente "goffrata" per favorire lo scivolamento (non per niente il titolare della Ferti ha un'azienda di falegnameria).
Ci sono così tratti di pista rettilinea standard (di circa 20 cm) e di grande lunghezza (circa 80 cm), curve a 90° o a 45°, supporti per creare zone sopraelevate o viadotti per scavalcare altre sezioni di pista, pezzi speciali per fare saltare le auto, ecc. Tutti questi “extra” da aggiungere alla dotazione di base si possono acquistare sotto forma di espansioni.
I "bolidi" da utilizzare, otto nella scatola di base, sono costituiti da dischetti di legno con i bordi arrotondati sui quali sono stampati i disegni delle auto, in otto diversi colori.
Una volta deciso il circuito e la griglia di partenza, i giocatori, uno alla volta, collocano la loro auto sulla linea di traguardo e, con un "cicchetto" delle dita, la spingono lungo il percorso, cercando di utilizzare i guard-rail per affrontare ad alta velocità le curve e quindi portarsi il più avanti possibile.
Nel turno successivo partirà per primo il giocatore con l'auto più avanti sul percorso, seguito via via dagli altri: chi esce di pista o taglia una curva viene penalizzato e deve riportare la sua auto al punto da cui era partita, perdendo così il suo turno.
Quando una o più auto tagliano il traguardo dell'ultimo giro si proclama vincitore chi, al termine del turno (tutti devono effettuare lo stesso numero di tiri) si trova davanti a tutti.
Giocando a PITCHCAR si ritorna un po' tutti ... ragazzini e, almeno per noi di una “certa” età, saltano i fuori i ricordi delle interminabili sfide con gli amici sulla spiaggia o nel cortile di casa.
Le regole sono semplicissime e dopo 3 minuti si parte già con la corsa: poi però la differenza la fanno un po' di esperienza, un pizzico di fortuna (le auto a volte deviano in corrispondenza degli incastri delle sezioni di pista) e magari qualche aiutino insperato (una spintarella da dietro che permette di "vedere" una curva).
L'utilizzo del guardrail è fondamentale, non solo per impedire alle auto di uscire di pista, ma soprattutto perché lo si può sfruttare per far superare le curve ad alta velocità: basta indirizzare l'auto sul guardrail con un angolo di incidenza abbastanza piccolo in modo da guidarla verso l'uscita senza paura di sbandare o uscire di pista.
Se un'auto taglia una curva (cioè torna in pista dopo essere passata per ... il prato) oppure se va direttamente fuori pista in seguito ad un tiro sbagliato deve essere riportata nella posizione che occupava prima del tiro.
Non è permesso spostare le auto che si trovano davanti ad altre e questo significa che a volte non sarà possibile ottimizzare le curve ma ci si dovrà accontentare di superare il ritardatario (o il doppiato) posizionandosi in modo da cercare di recuperare nel turno successivo il tempo perduto.
Si tratta di un gioco veramente per tutti, ma fra giocatori esperti le sfide saranno ancora più divertenti e competitive.
Il 28 Febbraio 2012 Balena Ludens pubblicò un articolo su Pitch Cars Mini che aveva come sottotitolo la frase “Avete mai giocato a biglie da bambini?” e che presentava un interessante gioco di destrezza e colpo d’occhio da fare su piste componibili. In realtà quel gioco (pubblicato nel 2003) era il “fratellino minore” di un altro titolo uscito qualche anno prima (nel 1995) e di cui parleremo oggi nella nostra “rubrica” dedicata ai “Sempreverdi”.
La geniale idea venne al francese Jean de Poel, il quale ideò un cocktail prendendo una dose di gioco delle biglie (chi non l’ha mai praticato al mare?) e una di autopista elettrica, agitò bene il tutto e lo servì alla Ferti (una ditta francese specializzata in giochi di legno) che lo pubblicò con il nome di PitchCar (letteralmente auto a… cicco”, visto che per muovere le “macchine” sulla pista si devono dare dei “cicchetti” con le dita).
A suivre sur balenaludens.it