Auteur: |
Rosenberg Uwe
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Illustrateur: |
Klemens Franz
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Editeur: |
Uplay.it edizioni
Lookout Games |
Nombre de joueurs: | 2 |
Durée moyenne: | 30 minutes |
Public: | Da 8 anni |
Milieu: | Costruire un tappeto con varie pezze |
Genre: |
Parcours
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Mécanique: |
Echanger ressources
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Moteur: |
Tuiles
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Composants: | Voir les composants |
Graphique: | 6 |
Règles: | 6 |
Agrément: | 7 |
Hazard: | 0 |
Complexité: | 2 |
Evaluation BGG: | |
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Voto: | 7.59 |
Votes: | 67.491 |
Classement: | #127 |
Evaluation sur Magazines | |
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Ilsa: | N.D. |
Plato: | N.D. |
Spielbox: | N.D. |
Win Magazine: | N.D. |
PATCHWORK è stato un grande successo di Uwe Rosenberg e ha dato il via ad una lunga serie di giochi basati sulla composizione di tessere alla “Tetris” (tanto per citare il mitico video gioco) o che hanno fra i loro meccanismi una griglia da riempire usando delle tessere di varie forme.
I due avversari prendono una plancia personale, formata da una griglia di 9x9 caselle quadrate, e piazzano il tabellone del “tempo” al centro del tavolo con due dischetti “segnatempo” (uno per giocatore) nella casella iniziale: poi spargono ad anello attorno al tabellone le 33 tessere (che hanno la forma di una pezza di stoffa e sono formate da 2-7 quadretti accostati fra loro a creare forme diverse).
Cinque tessere da un solo quadretto sono posate sopra al tabellone, lungo il percorso del tempo, sopra apposite caselle: saranno assegnate a chi supererà quelle postazioni con il suo “segnatempo” durante la partita e serviranno a coprire eventuali “buchi” nella griglia. Una pedina “neutrale” viene posizionata infine a fianco della tessera “start”, ovunque essa sia nell’anello.
Ogni giocatore prende 5 gettoni “bottone” (la moneta del gioco) ed al suo turno può effettuare una delle seguenti azioni:
Lungo il percorso sono disegnati anche 9 bottoni blu, a distanze regolari: ogni volta che una pedina supera questa riga il giocatore incassa un numero di bottoni pari a quelli disegnati sulle tessere già da lui posate sulla sua plancia. Ci sono anche 5 caselle contenenti una tessera da un quadretto (utilissima per tappare un buco nella propria plancia, come abbiamo detto) che viene data al primo che passa.
I giocatori continuano ad acquistare tessere ed a posarle sulla loro plancia finché entrambi i segnatempo non arrivano a fine percorso: a questo punto ognuno somma i bottoni in suo possesso con quelli disegnati sulle tessere raccolte e sottrae due punti per ogni quadretto rimasto vuoto sulla plancia. Chi ha il totale più alto vince la partita.
È evidente che la parte più divertente di PATCHWORK è quella della costruzione della “coperta” (la plancia) con tante tessere accostate insieme e senza lasciare dannosi “buchi”: qui non si gioca sotto la pressione del tempo e ad un ritmo sempre crescente come in Tetris, quindi è sempre possibile ragionare prima di ogni mossa per prendere la decisione più utile.
Tuttavia non è possibile “scegliere” sempre la tessera giusta da accoppiare a quelle già posate, infatti le regole limitano la nostra scelta alle prime tre tessere davanti alla pedina neutrale, per cui a volte diventa difficile, se non impossibile, prenderne una (magari anche solo perché tutte costano troppo) e sistemarla “legalmente” sulla griglia. Quindi bisogna passare all’opzione (a) e fare avanzare la propria pedina per incassare un po’ di “bottoni” e sperare che l’avversario nel frattempo liberi tessere più interessanti (o meno costose).,
Attenzione però, in questo gioco non ci si alterna con le mosse, ma agisce sempre il giocatore che ha il suo segnatempo più indietro nel percorso, quindi è possibile effettuare anche due o più “mosse” prima che tocchi di nuovo all’avversario. Una delle tattiche usate dai giocatori più esperti è proprio quella di restare un po’ indietro dopo aver fatto scorta di bottoni e poi effettuare 2-3 turni consecutivi al momento giusto per prendere delle belle tessere e riempire il maggior numero di quadretti della propria griglia.
Bisognerebbe dare sempre la precedenza all’acquisto di tessere che costano (poco 1-3 bottoni), che contemporaneamente non facciano avanzare troppo il segnatempo (per non ridurre il numero delle mosse possibili nella partita) e che abbiano anche 1-2 bottoni stampati sul pezzo, per ottenere degli incassi interessanti durante il percorso.
Come piazzare le diverse tessere sulla plancia in modo da non creare inutili “buchi” nella coperta è poi un gioco nel gioco, e gli esperti di Tetris qui si riconoscono immediatamente. Come ultima cosa segnalo che il primo a completare un quadrato di 7x7 quadretti riceve anche un bonus di 7 punti da aggiungere al suo totale a fine partita.
Ma cos’hanno in comune il patchwork e Rosenberg? La risposta è abbastanza ovvia e, con ogni probabilità, già la saprete tutti da tempo: questo è, infatti, il titolo dell’ultima fatica del noto game designer, ma non è questo il punto della nostra domanda. A parte il nome, i due non hanno nulla in comune ed è proprio questo il rapporto che lega l’ambientazione al gioco che tra poco andremo a recensire: sotto l’apparenza di gioco quasi banale, da focolare domestico, si cela un insospettabile concentrato di strategia, con una profondità che può reggere tranquillamente il confronto con gli scacchi e con il più modernoHive (distribuito in Italia dalla stessa Uplay.it di Patchwork).
A suivre sur balenaludens.itMagazine | Numéro | Année | Titre | Page | Auteur | Genre |
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Plato | 72 | 2014 | Le guerre des boutons | 42 | Graveleau Lionel | Recensione dettagliata |
ILSA Magazine | 30 | 2014 | Prime impressioni | 34 | Cambiaghi Fabio | Recensione breve |
Spielbox | 2015/1 | 2015 | Cardboard fancywork | 14 | Wieland Herold | Recensione dettagliata |
WIN The Game Journal | 482 | 2015 | Quilt from Patches | 14 | Cremona Pietro (A lire) | Recensione dettagliata |
ILSA Magazine | 40 | 2016 | Altri giochi sul "Tempo" | 63 | Recensione breve |