Auteur: |
Aquin Emmanuel
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Illustrateur: |
Aquin Emmanuel
Poole Mark |
Editeur: |
Valley Games Inc.
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Nombre de joueurs: | 1 - 4 |
Durée moyenne: | 60 minutes |
Public: | Da 12 anni |
Milieu: | Sbarco in Normandia nel Giugno 1944 (Gioco cooperativo) |
Genre: |
Coopération
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Mécanique: |
Lancer les dés et déplacer
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Moteur: |
Jeux avec dés
Cartes |
Composants: | Voir les composants |
Graphique: | 6 |
Règles: | 7 |
Agrément: | 7 |
Hazard: | 4 |
Complexité: | 2 |
Evaluation BGG: | |
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Voto: | 6.82 |
Votes: | 3.653 |
Classement: | #1650 |
Evaluation sur Magazines | |
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Ilsa: | N.D. |
Plato: | N.D. |
Spielbox: | A |
Win Magazine: | N.D. |
I giochi di simulazione che parlano di battaglie sono stati affrontati con diversi tipi di meccanica e con più o meno precisione storica (e la mia collezione contiene esempi di ogni tipo), tuttavia uno come D-DAY DICE non lo avevo ancora mai visto.
La scatola contiene 8 scenari, tutti ambientati in una fase o in un settore della costa francese durante lo sbarco alleato in Normandia (giugno 1944) durante la Seconda Guerra Mondiale: ogni scenario ha una sua piccola mappa divisa in aree, partendo dalla battigia davanti alla spiaggia per arrivare ad un bunker o un edificio fortificato sopra le dune che i giocatori devono raggiungere e conquistare sfidando il fuoco delle mitragliatrici.
Si tratta di un gioco “cooperativo” in cui si vince se tutte le unità arrivano al Bunker, oppure si perde tutti se anche uno solo dei giocatori viene eliminato: le unità (da 1 a 4) sono rappresentate da un dado (con simboli speciali impressi a caldo e colorati) e vengono messe inizialmente nell’area della battigia. In base allo scenario scelto, oltre al dado che rappresenta la loro unità in campo i giocatori ricevono una piccola plancia con 6 rotelle mobili (per aggiornare le caratteristiche dei loro uomini), un certo numero di carte “specialista” e 6 dadi (2 bianchi, 2 rossi e 2 blu, anch’essi con dei simboli speciali), mentre altre carte sono messe in tavola e possono essere acquistate durante la partita.
Le fasi di gioco sono le seguenti:
I giocatori vincono la partita se riescono a penetrare TUTTI dentro il bunker: perdono se anche uno solo di loro viene eliminato.
È chiaro fin dalle prime battute che D-DAY DICE non è “soltanto” un gioco di dadi in cui si vince se si ha fortuna, ma occorre sangue freddo, una strategia generale e, naturalmente (stiamo pur parlando di dadi) un pizzico di buona sorte (un minimo di risultati necessari al momento opportuno). Quest’ultima può essere comunque “mitigata” da una buona cooperazione fra le diverse unità (giocatori): si decide insieme fin dall’inizio una strategia di massima, salvo poi sapersi adattare nel caso che gli Dei della buona sorte non siano propizi, ed ognuno cercherà di dare aiuto a chi si trova in difficoltà.
Il primo e più importante consiglio è quello di accumulare il maggior numero di uomini finché ci si trova nei settori più lontani dal bunker: per arrivare in cima infatti occorreranno mediamente 55-60 uomini e ci sono solo due facce in ogni dado che assicurano truppe fresche (una da 1 uomo ed una da 2) che possono anche aumentare notevolmente facendo combinazioni di dadi con lo stesso simbolo ma nei tre colori (bianco, rosso e blu).
Il secondo valore da tenere sotto controllo è quello della “bravura” (una medaglia su una faccia del dado) da utilizzare per passare da un settore all’altro: essi rappresentano il coraggio degli uomini e man mano che ci si avvicina alle mitragliatrici del bunker la richiesta aumenta: servono almeno15 punti per arrivare in cima: se non si comincia presto a metterne da parte 1 o 2 ad ogni lancio si rischia di rimanere inchiodati in un’area e subire quindi molte perdite extra.
Le altre tre facce di ogni dado sono occupate da:
Ci sono otto diversi scenari nel gioco, di difficoltà crescente, ma alcuni sono veramente tosti ed oltre a giocare al meglio serve anche una bella botta di … ehmm … fortuna per riuscire a superarli: fortunatamente per quelli che, come succede a me, dopo una lunga serie di insuccessi dovuti a cattivi lanci, cominciano ad in…nervosirsi troppo, l’autore ha previsto una serie di varianti che facilitano il compito dei liberatori, senza mai garantire la vittoria ma facendoli diventare più competitivi.
Il gioco di cui vi parlo oggi fa dei dadi un ingrediente fondamentale, con un obiettivo ambizioso: simulare l’assalto a una spiaggia fortificata con l’obiettivo di conquistarne i bunker. Lo scenario storico non poteva che essere lo sbarco in Normandia, in pratica! Il tutto quasi senza segnalini (alcuni sono presenti nella scatola, ma non sono affatto indispensabili e non li ho mai usati; 4 dadi sono usati di fatto come segnalini, come vedremo).
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