Auteur: |
Kogl Stefan ![]() |
Illustrateur: |
Kogl Stefan
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Editeur: |
Winning Moves ![]() |
Nombre de joueurs: | 2 - 4 |
Durée moyenne: | 20 minutes |
Public: | Da 8 anni |
Milieu: | Gioco astratto di posa blocchi su una piattaforma girevole |
Genre: |
Abstrait
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Mécanique: |
Combinaisons-Alignements
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Moteur: |
Usage de ressources, pions, etc.
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Composants: | Voir les composants |
Graphique: | 8 |
Règles: | 6 |
Agrément: | 7 |
Hazard: | 0 |
Complexité: | 3 |
Evaluation BGG: | |
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Voto: | 6.78 |
Votes: | 4.073 |
Classement: | #1667 |
Evaluation sur Magazines | |
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Ilsa: | N.D. |
Plato: | N.D. |
Spielbox: | N.D. |
Win Magazine: | N.D. |
Esistevano già sul mercato alcune edizioni di Blokus, con tavolieri di diverse forme e dimensioni, ma con BLOKUS 3D ci si sposta sul tridimensionale. Il “lussuoso” tavoliere di plastica argentata è composto da una base e da una piattaforma circolare rotante (per facilitare ai partecipanti la vista del gioco da diversi lati). Su questa piattaforma viene posto uno “schermo” di plastica nera che delimita l’area di gioco e indica l’altezza massima che può avere la costruzione (in base al numero dei partecipanti).
Al suo turno il giocatore deve scegliere uno dei suoi blocchi (11 “formine” di plastica colorata composte da 2-3-4 cubi montati in modo diverso) e lo posa sul tavolo rispettando alcune regole:
I giocatori si alternano posando un blocco alla volta e cercando di “coprire” quelli degli avversari montando sopra ai più bassi. La partita termina quando sono stati giocati tutti i pezzi o quando non è più possibile aggiungerne alla costruzione senza contravvenire alle regole di piazzamento.
Il punteggio viene calcolato sommando tutte le facce dello stesso colore che si vedono guardando dall’alto la costruzione (a qualunque altezza essi siano) e sottraendo al proprio totale il numero di pezzi rimasti eventualmente in mano: chi ottiene il punteggio più alto vince la partita.
A parte l’estetica davvero invitante ed il piacere di manipolare i pezzi prima di piazzarli, BLOKUS 3D colpisce per la facilità di apprendimento delle regole, pur diventando abbastanza impegnativo da giocare, soprattutto verso metà partita, quando cominciano le difficoltà per inserire facilmente i pezzi disponibili perché le loro forme impediscono una posa vantaggiosa o semplicemente corretta.
I giocatori, dopo un paio di test, cominciano quindi a rivalutare le “forme” che pensano siano più flessibili e cercano di usarle per ultime, quando potrebbero averne bisogno per tappare qualche buco o arrivare nella parte più alta della costruzione. Questo concetto di “parte più alta” è fondamentale perché non si può mai superare l’altezza indicata dallo schermo di plastica nera per il numero dei partecipanti (meno sono e più bassa sarà la costruzione). Ogni schermo di plastica nera ha una forma diversa e quindi il numero di caselle della base varia notevolmente da uno all’altro e bisogna tenere questo concetto bene a mente per non trovarsi alla fine con pezzi inutilizzabili.
Naturalmente chi gioca per ultimo ha un piccolo vantaggio, soprattutto a fine partita, perché può piazzare il suo ultimo pezzo in modo da avere il maggior numero di facce visibili dall’alto, con la consapevolezza che nessun avversario potrà coprirlo in seguito: per questo si consiglia di fare un numero di partite pari a quello dei partecipanti, in modo che tutti possano essere ultimi a giocare per una volta.
Piacevole da manipolare, effetto 3 D piuttosto indovinato, semplice da insegnare e non facile da giocare bene: gli ingredienti di un buon cocktail ludico ci sono tutti.