Auteur: |
Public Domain
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Illustrateur: |
???
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Editeur: |
Fabbri
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Nombre de joueurs: | 2 |
Durée moyenne: | 20 minutes |
Public: | Da 8 anni |
Milieu: | Catturare tutte le pedine nemiche |
Genre: |
Abstrait
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Mécanique: |
Jeux de pli
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Moteur: |
Capturer des pièces
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Ce jeu fait partie de: |
Il Mondo dei Giochi - Fabbri |
Composants: | Voir les composants |
Graphique: | 6 |
Règles: | 6 |
Agrément: | 6 |
Hazard: | 0 |
Complexité: | 2 |
Evaluation BGG: | |
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Voto: | 5.64 |
Votes: | 115 |
Classement: | #21320 |
Evaluation sur Magazines | |
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Ilsa: | N.D. |
Plato: | N.D. |
Spielbox: | N.D. |
Win Magazine: | N.D. |
L’ALQUERQUE si gioca su un tavoliere con 5x5 caselle circolari collegate fra loro orizzontalmente, verticalmente e in diagonale, da delle linee di raccordo. All’inizio della partita vengono schierate in campo 12 pedine bianche e 12 nere che occupano ognuna una casella, lasciando libera solo quella centrale.
Deciso chi sarà il primo giocatore, egli dovrà muovere una delle sue pedine nella casella libera, dando inizio alla partita ed ai “combattimenti”: le pedine avverse si “mangiano” come nella dama, saltandone una o più dell’avversario, ma solo se le caselle al di là del salto sono libere. Le regole fondamentali sono che al proprio turno è obbligatorio muovere una pedina e che nessuna di esse può mai tornare indietro: è permesso saltare di fianco o in avanti ma non si può mai fare una mossa uguale e contraria a quella precedente (se muovo da A a B in questa mossa nella prossima non posso andare da B ad A).
“Mangiare” una pedina avversaria è obbligatorio, ma se ci sono alternative diverse sta al giocatore di turno decidere dove farlo. Contrariamente alla Dama le pedine che arrivano sulla linea di partenza dell’avversario non vengono “promosse” e naturalmente non possono più tornare indietro, ma possono muovere in orizzontale soltanto per mangiare un avversario.
Sono ammessi i salti “multipli” (proprio come nella dama) per eliminare diverse pedine avversarie con una sola mossa, se la situazione in campo lo permette, ma solo con movimenti laterali o in avanti. Lo scopo del gioco è quello di mangiare tutte le pedine dell’avversario (vittoria automatica) oppure di bloccarlo in modo che non possa fare nessuna mossa, concedendo così la vittoria.
Guardando la griglia con tutte le pedine schierate sul tavoliere di ALQUERQUE si potrebbe pensare di avere davanti qualcosa di veloce e spensierato: invece questo gioco di origine araba (si chiamava originariamente El-Qirkat, ma a partire dal tredicesimo secolo si diffuse molto in Spagna, dove acquistò il suo nome attuale) necessita di una discreta applicazione mentale se non lo si vuole trasformare in una semplice sequenza di attacchi a testa bassa e solo per mangiare le pedine.
All’inizio si cercherà di riuscire a mangiare un pezzo in più all’avversario in modo da costringerlo a scoprirsi un po’ nel tentativo di pareggiare i conti: per questo ogni mossa va studiata attentamente, cercando il modo di “offrire” al nemico una pedina che lo costringa ad una mossa obbligata (per mangiarla) cui fare seguire un doppio salto verso una casella “sicura”. Facile a dirsi ma non a farsi, soprattutto verso metà partita, quando il tavoliere è molto meno affollato e dunque ogni mossa potrebbe rivelarsi decisiva.
Non scordate la regola del “non si torna mai indietro” perché se portate troppo rapidamente in avanti tutte le pedine (magari perché siete in vantaggio e non volete essere costretto a mangiare) poi potreste non avere più mosse valide a disposizione e rischiereste di perdere la partita in questo modo.
Un tavoliere di Alquerque è inciso sulle pietre di copertura del tempio di Kurna, nell'antica Tebe, la cui costruzione fu portata a termine dal faraone Sety I nel tredicesimo secolo prima di Cristo. Il gioco è menzionato una prima volta con il nome El-qirkat nel manoscritto arabo Kitab al-aghani, il cui autore morì attorno al 976 D.C. In epoca successiva viene citato nel celebre Libro dei Giochi redatto nel 1283 a Siviglia sotto il regno di Alfonso X di Castiglia (detto "il saggio"). E' in quest'epoca che il gioco trova per la prima volta il suo nome attuale, che dall'originario El-qirkat diventa Alquerque.
La struttura del tavoliere e il meccanismo di movimento e di presa delle pedine sono molto simili a quelli di altri giochi appartenenti a culture estremamente diverse, come per esempio l'Awithlaknannai del Nuovo Messico o lo Zamma del Sahara (detto anche Alquerque quadruplo). Il gioco è in qualche modo imparentato anche al Fanorona del Madagascar. Su questo identico tavoliere si gioca anche il Bagh Bandi, dello Sri Lanka. Verso l'anno mille qualcuno porta l'Alquerque su una scacchiera 8x8 ed ecco che nasce l'archetipo della Dama. Inizialmente non esiste l'obbligo di presa e dagli Scacchi viene presa la promozione della pedina che arriva in fondo al tavoliere.
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Per Gioco | Anno 2-08 | 1981 | L'Alquerque e lo Zamma | 20 | Esempio di gioco | |
Per Gioco News | 1 | 2016 | Alle origini dei giochi moderni e non solo ... | 8 | Recensione |