Yucatan (2008)
My evaluation:
Designer: Majkowska Malgorzata
Majkowski Tomasz
Artist: Tworek Tomasz
Edited by: Wolf Fang P.H.
Number of players: 2 - 4
Plying time: 60 minutes
Users: Da 10 anni
Ambient: Razziare villaggi nella giungla per deportare schivi e costruire piramidi.
Categorie: Development-Increase
Mechanics: To place tiles, pawns, etc.
Load and Move
Motor: Use of different resources, pawns, special pieces
Capture
Alternate names: Jucatan
Components: See the components
Graphics: 8
Rules: 6
Pleasure: 5
Luck: 0
Complexity: 3
BGG rating:
Voto: 5.46
Votes: 74
Ranking: N.A.
Rating on Magazine
Ilsa: N.A.
Plato: N.A.
Spielbox: N.A.
Win Magazine: N.A.

Description

Aprendo la scatola di YUCATAN si è piacevolmente impressionati dai materiali, molto ben curati graficamente, al punto da avere subito voglia di fare una partita: poi però il gioco si rivela una specie di “corsa ad ostacoli” in cui i giocatori “dovrebbero” attaccarsi spesso per impedire la costruzione delle piramidi avversarie, mentre in realtà questo succede raramente perché ognuno è talmente interessato a costruire il suo gioco da avere poca voglia di fare dei raids contro gli avversari.

Si inizia piazzando sul tabellone alcuni villaggi del proprio colore ed una serie di villaggi “neutrali” e tutti questi insediamenti servono unicamente a fornire la manodopera da utilizzare per la costruzione delle piramidi. Ogni giocatore parte inoltre con due “Guerrieri” (dei gettoni che simboleggiano un gruppo di armati a caccia di schiavi da portare a lavorare in città) che muovono nella giungla fino ad entrare nei villaggi: se si tratta di insediamenti “grandi” essi vengono immediatamente ridotti (girando il gettone) in cambio di una tessera schiavo; se invece il bersaglio è un villaggio “piccolo” esso viene tolto dal gioco (sempre in cambio di uno schiavo).

Le tessere catturate devono poi essere scortate fino alla propria città per contribuire alla costruzione della piramide ed è durante questo percorso che i guerrieri potrebbero essere attaccati da quelli nemici ed essere possibilmente derubati di tutte le loro prede. Una volta arrivati in città si può procedere con la costruzione delle piramidi: ogni gruppo di tre schiavi può allora essere scambiato per costruire uno dei 5 piani di cui esse sono composte. Chi posa per primo il quinto ed ultimo piano della sua piramide vince la partita.

Comment

Come ho anticipato giocare a YUCATAN non è così interessante come avrebbe potuto essere in base alle sensazioni iniziali. In realtà al suo turno il giocatore ha a disposizione diverse possibilità e deve scegliere una delle seguenti azioni:

  • Creare un nuovo villaggio (piccolo)
  • Ingrandire il villaggio
  • Mettere in campo un nuovo Guerriero
  • Muovere uno dei Guerrieri già sul tabellone
  • Costruire un livello di Piramide

Per costruire la piramide occorrono gli schiavi e questi si raccolgono nei villaggi: quindi inizialmente i giocatori daranno la caccia agli insediamenti neutrali prima che ci arrivino gli avversari, poi dovranno per forza andare a prendere altri lavoratori nei propri villaggi o in quelli nemici.

E qui sta il “cuore” del gioco che è anche la causa della scarsa valutazione che gli ho dato: costruire qualche nuovo villaggio vicino alla città permette infatti di fare dei raids con i propri guerrieri che sono molto più rapidi e sicuri di quelli contro i villaggi nemici: dopo averli “ridotti” (facendoli passare da grandi a piccoli in cambio di una tessera schiavo) si possono poi ingrandire subito dopo per tornare a rapire altri schiavi, ecc.

È davvero poca la voglia di perdere turni andando ad attaccare i villaggi o i guerrieri avversari perché questo porta via troppo tempo ed i giocatori più “battaglieri” difficilmente riescono a vincere. Inoltre i combattimenti fra guerrieri sono quasi completamente casuali: ogni pedina appartiene ad una “confraternita” (giaguaro, serpente e colibrì) e in caso di combattimento il risultato è simile al gioco della … morra: il giaguaro vince il serpente che vince il colibrì che il vince giaguaro … sic.

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