| Designer: |
Schacht Michael
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| Artist: |
Brehm Hans Jorg
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| Edited by: |
Queen Games
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| Number of players: | 3 - 4 |
| Plying time: | 60 minutes |
| Users: | Da 10 anni |
| Ambient: | la rivoluzione industriale dalle miniere alle fabbriche robotizzate |
| Categorie: |
Economy-Industry-Trade
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| Mechanics: |
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| Motor: |
Use of different resources, pawns, special pieces
Tiles |
| Components: | See the components |
| Graphics: | 6 |
| Rules: | 5 |
| Pleasure: | 5 |
| Luck: | 3 |
| Complexity: | 3 |
| BGG rating: | |
|---|---|
| Voto: | 6.41 |
| Votes: | 1.814 |
| Ranking: | #3803 |
| Rating on Magazine | |
|---|---|
| Ilsa: | N.A. |
| Plato: | N.A. |
| Spielbox: | N.A. |
| Win Magazine: | N.A. |
INDUSTRIA è un gioco un po’ strano che vorrebbe far percorrere ai partecipanti l’intera evoluzione del lavoro nel mondo, partendo dall’epoca della estrazione dei minerali dalle miniere per arrivare alle fabbriche robotizzate. Il tutto in cinque diverse Ere. Il tabellone (poco ispirato e molto affollato di immagini) è diviso in tre aree:
Ci sono poi cinque pile di 12 tessere, divise per Era, sulle quali sono stampati gli stessi disegni del tabellone (fabbriche, tecnologia, materie prime) oltre ad alcuni simboli che funzioneranno da moltiplicatori al momento del conteggio finale. I giocatori ricevono 4 “Talleri” (la valuta utilizzata), un marcatore per segnare i punti guadagnati ed una ventina di tessere “Proprietà” con cui evidenzieranno gli acquisti.
Il Primo giocatore distribuisce un Tallero a ciascun partecipante poi gira tre tessere Era e ne sceglie una per metterla all’asta (con una sola possibilità di puntare soldi): se viene acquistata da un altro giocatore il “banditore” deve decidere subito se incassare il denaro offerto o decidere di prendere gratuitamente quella tessera (rinunciando ai soldi). In cambio però dovrà passare il segnalino del banditore al giocatore successivo. Se nessuno fa offerte, la tessera viene assegnata al banditore ed il segnalino dell’asta passa al successivo.
Terminate le prime tre tessere è possibile costruire qualche edificio o tecnologia (pagandone il costo con le materie prime richieste) poi si procede scoprendone altre tre e dando di nuovo un tallero a tutti: si procede in questo modo fino a che non vengono assegnate tutte e 12 le tessere, girandone tre alla volta. A questo punto si considera chiusa l’Era in corso
Al termine dell’Era i giocatori possono ancora costruire le fabbriche o le tecnologie acquistate, sempre utilizzando le materie prime necessarie da loro prodotte: se ne manca qualcuna è comunque possibile usare quelle degli avversari (versando per ciascuna un tallero al proprietario). Per ogni tessera giocata si deve subito mettere un segnalino “Proprietà” sulla corrispondente figura del tabellone.
Ogni volta che si passa ad una nuova era tutte le materie prime di quelle precedenti diventano disponibili ed i giocatori possono pagare un tallero alla banca quando ne avranno bisogno (ma solo se quella materia non è posseduta da nessuno). Le materie prime comunque non si “spendono” mai e possono essere riutilizzate nei turni successivi.
Ogni costruzione fa ottenere al proprietario un certo numero di Punti Vittoria (PV): al termine della partita (dopo aver completato la quinta Era) tutti incassano 2 PV extra per ogni tessera che ha un simbolo uguale a quelli acquistati durante l’asta, 3 PV extra per ogni fabbrica collegata ad un’altra attraverso una strada ed 1 PV per ogni 3 talleri rimasti nella propria riserva. Vince il giocatore col totale più alto
Questo gioco, INDUSTRIA, non mi ha convinto del tutto: innanzitutto il “tema” è chiaramente “posticcio” ed incollato alla meccanica solo per dare un’ambientazione; inoltre la meccanica delle aste è molto ferruginosa. Finisce infatti che ogni giocatore mette all’asta una tessera che gli interessa e se la piglia (gratis) indipendentemente da quanto hanno offerto gli altri: poi passa il ruolo di banditore al giocatore successivo che quasi sempre fra altrettanto, e si continua in questo modo fino ad esaurire le tessere.
L’unico motivo di interesse è quello di riuscire ad acquistare fabbriche fra loro collegate, per via del bonus finale di 3 PV, ma anche in questo caso la motivazione non è così forte, anche perché il valore (in PV) delle tessere Tecnologia spinge tutti a cercare di accaparrarsele, rinunciando spesso ad una fabbrica collegata.
La cosa forse più divertente riguarda l’acquisto delle tessere “Bonus” (quelle che hanno un simbolo speciale e, a fine partita, regalano 2 PV per ogni tessera costruita che abbia lo stesso simbolino): in questo caso il giocatore che decide di provare a seguire questa “tattica” farà in seguito di tutto per acquistare solo le tessere con quel simbolo, ignorando tranquillamente le strade e la tecnologia.
Tutto sommato direi che si tratta di un gioco che merita di essere provato un paio di volte e che poi uscirà raramente dallo scaffale in cui verrà riposto.